I laboratori su stereotipi e identità di genere di “E tu di che genere sei”

Proseguono con interesse e partecipazione le attività di “E tu di che genere sei? Le rappresentazioni del maschile e del femminile nelle nuove generazioni”, progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e dalla Regione Lazio nell’ambito dell’Avviso Pubblico “Comunità Solidali 2022” che ha ottenuto il patrocinio di Città Metropolitana di Roma Capitale, del Comune di Bracciano e del Comune di Civitavecchia. 

Le iniziative in programma – che proseguiranno fino a Settembre 2024 – hanno come principale obiettivo quello di  promuovere una maggiore consapevolezza riguardo agli stereotipi di genere e di ruolo presenti tra i giovani, sia ragazzi che ragazze, attraverso l’uso di percorsi volti al superamento di tali stereotipi e all’apprezzamento delle differenze di genere come fonte di rispetto e arricchimento. 

Per il raggiungimento di questo importante obiettivo, il progetto “E tu di che genere sei” è stato strutturato in più azioni chiave – tra cui interventi formativi/informativi rivolti al personale docente delle scuole di secondarie di primo e secondo grado che è possibile approfondire qui – e prevedono anche lo svolgimento di differenti tipologie di laboratori dedicati agli studenti. Due di questi laboratori si sono appena conclusi, ovvero quelli sulle rappresentazioni del maschile e del femminile, gestione delle relazioni e delle emozioni, differenziati per fasce di età e tematiche. Vediamo insieme come sono andati attraverso le parole dei docenti che li hanno condotti e degli allievi che hanno partecipato.

Prima di approfondire questo racconto, ricordiamo che il Laboratorio su stereotipi di genere è stato diretto dalla docente Dr.ssa Aurora Capocchia Psicopedagogista, e hanno partecipato i ragazzi e le ragazze dell’IC don Lorenzo Milano di Civitavecchia Classe V della scuola primaria e classe I^ della secondaria di primo grado. Per quanto riguarda invece il Laboratorio su stereotipi e identità di genere il docente è stato il Dr. Mariano Moroni Psicologo e Psicoterapeuta, e hanno partecipato i ragazzi e le ragazze del Liceo Scientifico Statale Ignazio Vian (classe IIIA) e IT Salvo D’acquisto (le due classi III – Sez. Aeronautica e Agrario) entrambi di Bracciano.

Gli obiettivi dei due corsi, sono stati i seguenti:

  • identificare stereotipi e pregiudizi presenti nei propri e negli altrui atteggiamenti e comportamenti, per la promozione dell’autodeterminazione consapevole e del rispetto;
  • prevenire e identificare la stigmatizzazione e vittimizzazione omofobica.

La Dr.ssa Aurora Capocchia, ci racconta le sue impressioni sul Laboratorio che ha condotto sugli stereotipi di genere.

I punti su cui abbiamo lavorato sono stati:

  • l’identità di genere: far affiorare la percezione e l’immagine che ognuno ha di sé in relazione al genere, alle differenze e alle aspettative ad esso associate;
  • conoscere e riflettere, partendo dal confronto dalle proprie esperienze, sui concetti di stereotipo di genere e pregiudizio e come riconoscerli nei contesti di vita quotidiana, della cultura diffusa, e nei rapporti sociali;
  • costruire chiavi di lettura e modelli di pensiero riflessivi ed empatici, che valorizzino le differenze e sostengano una cultura della parità, utili a decostruire rappresentazioni sociali stereotipate e a non alimentare pratiche e comportamenti discriminatori.

I ragazzi hanno avuto la possibilità di scoprire la resistenza e l’impatto sulla vita delle persone di alcune rappresentazioni di genere stereotipate, spesso interiorizzate e agite in modo inconsapevole; ma anche l’importanza di interrogarsi su di essi e sui saperi trasmessi, e di sentirsi coinvolti come protagonisti attivi e responsabili di modi differenti di agire, comunicare e relazionarsi non solo alle questioni di genere, ma anche della diversità e del rispetto reciproco. Quello che ha suscitato in loro maggiore interesse, è stato partecipare ad attività di gruppo che prevedevano la ricerca e l’individuazione degli stereotipi in video o immagini e i successivi momenti di rielaborazione collettiva, confronto, discussione di idee e opinioni. 

Gli stereotipi che abbiamo iniziato a decostruire sono stati: preferenze e giochi considerati da maschi e da femmine; caratteristiche di personalità, attribuzioni, inclinazioni maschili e femminili; attività e mestieri associati agli uomini o alle donne; ruoli e pratiche in ambito domestico e della cura.”

Per quanto riguarda invece il Laboratorio su stereotipi e identità di genere svolto dal Dr. Mario Moroni, abbiamo chiesto proprio ad una delle allieve che ha partecipato le sue impressioni su questa esperienza formativa. Ecco le parole di Raffaella, studentessa del Liceo Scientifico Statale Ignazio Vian (classe IIIA):

“Riguardo al laboratorio che abbiamo svolto con il Dr. Moroni, ho apprezzato la riflessione su alcune tematiche che noi giovani non conoscevamo del tutto e che spesso si danno per scontate. Prima di partecipare a questo laboratorio, eravamo tutti convinti che quel che pensavamo su questi temi fosse giusto. Ascoltare le parole del Dr Moroni e confrontarci ci ha permesso di comprendere molti aspetti e ampliare la nostra iniziale visione su queste tematiche riflettendoci e confrontandoci insieme. Il Dr. Moroni ci ha posto delle domande a cui noi studenti abbiamo avuto una certa difficoltà a rispondere, ma proprio questo ci ha aiutati a sviluppare il giusto approccio davanti ad argomenti che inizialmente potevano essere visti come problemi. La cosa che secondo me è stata fondamentale è che c’è stato sempre un dialogo molto aperto tra noi ragazzi e lo psicologo, e abbiamo apprezzato davvero molto che abbia permesso ad ognuno di esprimere la propria opinione.”

Dalle parole della Dr.ssa Aurora Capocchia e di Raffaella, si evince quanto i ragazzi e le ragazze della cosiddetta Generazione Z, siano aperti alla comunicazione e al confronto su tematiche tanto complesse quanto delicate e importanti come quelle sugli stereotipi di genere e identità di genere.

I prossimi laboratori in programma di “E tu di che genere sei?”, sono il Laboratorio di fotografia – che è in corso – il Laboratorio di fumetto che inizierà il 3 Aprile, e infine il Laboratorio di podcast che avrà inizio il 16 Aprile.

Continuate a seguirci su questo sito web per approfondimenti sulle attività in programma, e anche sui nostri canali social Facebook e Instagram. Per maggiori informazioni, potete scrivere all’e-mail percorsidicrescita.info@gmail.com .

Altri corsi di cui si parlerà più avanti….seguiteci per i racconti

Laboratorio di fotografia:

Liceo Scientifico Ignazio Vian (classe IIIA) e IT Salvo D’acquisto (le due classi III – Sez Aeronautica e Agrario) entrambe di Bracciano – docente Francesca Leonardi Fotografa (in corso)

Laboratorio di fumetto:

IC don Lorenzo Milano di Civitavecchia classe della secondaria di primo grado – docenti Valentina Calvani e Fabiana Iacolucci – Pittrici e Formatrici (inizio 3 aprile)

Laboratorio di podcast:

Liceo Scientifico Ignazio Vian (classe IIIA) di Bracciano – docente Daniele Coscarella Attore e Formatore (inizio 16 aprile)

GenZ: come comunicare con le nuove generazioni

Sembra un paradosso, ma nell’epoca dell’interconnessione digitale globale che stiamo vivendo, la questione della comunicazione tra generazioni sembra attraversare uno dei momenti di maggiore difficoltà. La cosiddetta Generazione Z è continuamente bombardata di informazioni, immagini e video in tempo reale, che possono rendere complessa la valutazione di ciò che vedono e ascoltano. Altrettanto importante è il fatto che questa generazione è cresciuta all’indomani dell’11 settembre, nell’era delle nuove guerre e del terrorismo, della recessione economica e – di grande rilevanza – della pandemia. A questi avvenimenti si aggiunge poi la preoccupazione per la crisi climatica e anche i tanti temi sociali come le disuguaglianze, la violenza domestica, la parità di genere e altro ancora. I ragazzi e le ragazze che fanno parte della Generazione Z – nonostante si dimostrino anche molto determinati – hanno evidentemente bisogno di guide per poter gestire tutto ciò, e in un’età in cui la positività e l’ottimismo dovrebbero essere elementi cardine per la crescita. Ma come comunicare i valori giusti a questa nuova generazione? Approfondiamo l’argomento in questo articolo.

Comunicare con la Generazione Z: sfide e opportunità nell’era digitale

Prima di affrontare il discorso di come comunicare con la Generazione Z, ricordiamo di chi stiamo parlando. Questa generazione – conosciuta anche con iGen o iGeneration – è fondamentalmente quella che non ha vissuto o conosciuto il mondo senza web e senza smartphone. Il cambiamento epocale e anche repentino verso la digitalizzazione, ha in qualche modo aperto un varco nella comunicazione tra le generazioni precedenti e la generazione Z. Parliamo quindi di confronto e rapporto con i genitori, ma anche di insegnamento scolastico. Famiglie e scuola non sono state sicuramente pronte nel comprendere al meglio questo cambiamento già ben avviato con la generazione dei Millenials, e solo nel tempo si sono avvicinate a quelli che sono i nuovi metodi di comunicazione e socializzazione dei giovani. Comprendere l’evoluzione di queste abitudini, è oggi una sfida da affrontare tanto affascinante quanto necessaria per individuare i canali di comunicazione più efficaci con i quali trasmettere a questi giovani valori come il rispetto, l’inclusione, la tolleranza e molti altri ancora, e per riuscire a seguirli nel loro percorso di crescita in un mondo sempre più caotico.

Stare al passo con l’evoluzione della comunicazione digitale non è di certo un compito semplice. I ragazzi e le ragazze che fanno parte della Generazione Z sono sicuramente avvantaggiati essendo “nativi digitali”. Se la generazione precedente ha vissuto l’ingresso nell’era digitale, la GenZ ne ha fatta con assoluta naturalezza il suo modello di interazione. Questo la rende quindi più informata e anche ricettiva di chi la precede, o quanto meno ha più immediato accesso all’informazione. Il mondo del digitale è talmente veloce ad evolvere, che gli stessi giovani che fanno parte della GenZ ne sono protagonisti influenzando abitudini, idee e valori.

I valori – quelli importanti – vanno trasmessi di generazione in generazione, perché solo con il vissuto del passato è possibile accompagnare i giovani nella formazione della loro personalità. Nel momento in cui invece la tendenza è quella dell’autogestione di questo percorso, si può incorrere nel rischio della perdita di punti di riferimento con conseguente crescita di ansia ed incertezza. Per comunicare quindi al meglio con la cosiddetta GenZ, si può puntare su:

  • L’utilizzo di piattaforme Digitali

Per raggiungere in modo efficace la Generazione Z – essendo cresciuta con smartphone, social media e internet onnipresenti – è essenziale sfruttare le piattaforme digitali come ad esempio Instagram, TikTok, Snapchat, YouTube e anche i podcast. Questi canali offrono un modo diretto per connettersi con loro attraverso contenuti visivi e interattivi.

  • Contenuti interattivi e partecipativi

I giovani della GenZ, apprezzano i contenuti interattivi e partecipativi che consentono loro di essere coinvolti attivamente. Sfruttare forme di coinvolgimento di questo genere, può favorire un legame più profondo e significativo con loro.

  • Utilizzo dell’umorismo e della creatività

L’umorismo e la creatività sono elementi chiave nell’attirare la loro attenzione. Contenuti divertenti, meme e sarcasmo sono spesso ben accolti. Anche questa può essere una strada da seguire per attirare la loro attenzione, e trasmettere importanti valori e messaggi.

Abbiamo chiesto a Mariangela Garofalo – Presidente dell’Associazione Culturale Percorsi di Crescita – la sua opinione riguardo la questione della comunicazione con la GenZ:

L’obiettivo è andare verso la Generazione Z, utilizzando i loro strumenti di comunicazione, che conoscono molto bene, sicuramente meglio di noi, e usando il loro stesso linguaggio. In questo modo cerchiamo di veicolare messaggi di inclusività, rispetto ed accoglienza, ma soprattutto cerchiamo di mettere i ragazzi e le ragazze in condizione di esprimersi per accogliere quelle che sono le loro reali esigenze

Comunicare con i giovani della Generazione Z, richiede un approccio adatto alle loro preferenze e aspettative. E’ proprio per questo che in ogni progetto proposto e realizzato dall’Associazione Culturale Percorsi di Crescita, prevede l’uso di strumenti tecnologici senza i quali non sarebbe possibile instaurare un “dialogo” ottimale con ragazzi e le ragazze che con essi ci sono nati. E’ così anche per quanto riguarda il nostro nuovo progetto “E tu di che genere sei? Le rappresentazioni del maschile e del femminile nelle nuove generazioni”, tra le cui azioni chiave è prevista la realizzazione di podcast da parte degli studenti del Liceo Statale Ignazio Vian e di Bracciano, e che faranno da cassa di risonanza diffondendo i contenuti del progetto anche verso destinatari che non sono toccati direttamente dalle iniziative.

La formazione dei docenti del progetto “E tu di che genere sei?”

L’Associazione Culturale Percorsi di Crescita, attiva dal 2012 nel promuovere la sensibilità verso le sfide sociali, economiche e ambientali, dedica da sempre il suo impegno a valorizzare individui, ambiente, arte, cultura, sport e lavoro. Da questa mission è nato il nuovo progetto “E tu di che genere sei? Le rappresentazioni del maschile e del femminile nelle nuove generazioni“, che ha preso il via lo scorso mese di gennaio. Il progetto – che è stato finanziato dal Ministero del Lavoro e dalla Regione Lazio nell’ambito dell’Avviso Pubblico “Comunità Solidali 2022” e con il patrocinio di Città Metropolitana di Roma Capitale – si concluderà a settembre sviluppandosi quindi durante l’anno scolastico 2023/2024. Tra le azioni chiave previste già da gennaio, sono stati pianificati 5 incontri formativi che hanno visto la partecipazione attiva degli insegnanti dell’I.C. Don Milani di Civitavecchia, del Liceo Statale Ignazio Vian e dell’Istituto paritario Salvo D’Acquisto di Bracciano.

L’obiettivo della formazione del personale docente del progetto “E tu di che genere sei?”, è stato quello di far acquisire loro informazioni sulla complessità dell’identità di genere. A partire dai più recenti sviluppi teorici, i docenti hanno intrapreso un percorso di esplorazione riguardante l’identità e gli stereotipi di genere partendo dai propri schemi di comportamento e modelli di genere. Da qui si è voluto stimolare in loro la capacità di guardare oltre le rappresentazioni stereotipate di maschilità e femminilità, incoraggiando una visione più ampia e inclusiva dei propri allievi e allieve. Questo approccio ha mirato a valorizzare le diversità individuali degli studenti, sia maschi che femmine, promuovendo un ambiente educativo che rispetti e celebri la pluralità delle identità di genere.

La formazione dei docenti è iniziata il 18 Gennaio in occasione della presentazione del progetto “E tu di che genere sei?”, con la lectio magistralis Genere e identità di genere nel corso dello sviluppo: promozione del benessere nel contesto scolastico e familiare del Prof. Roberto Baiocco Professore Ordinario in Psicologia dello Sviluppo presso la Sapienza Università di Roma,  a cui sono seguiti tre laboratori esperienziali tenuti dalla dott.ssa Milena Rosso Supervisore Scientifico di Percorsi di Crescita e dal Dr. Mariano Moroni Psicoterapeuta.

Martedì 12 marzo – sempre presso il Liceo Scientifico Ignazio Vian di Bracciano – si concluderà il percorso formativo dei docenti su RAPPRESENTAZIONI DI GENERE E STEREOTIPI DI GENERE: PROMOZIONE DELLA CONSAPEVOLEZZA DEL COPIONE DI GENERE E SPUNTI OPERATIVI, con un question time in cui gli insegnanti avranno modo di approfondire il tema dell’identità di genere e confrontarsi su spunti operativi con la Dott.ssa Maddalena Mosconi Psicologa e Psicoterapeuta, responsabile del SAIFIP (Servizio per l’adeguamento tra Identità Fisica e Identità Psichica) di Roma.

Tutte le info sul progetto “E tu di che genere sei? Le rappresentazioni del maschile e del femminile nelle nuove generazioni” sono disponibili sul sito www.percorsidicrescita.org

Esplorando l’Identità di Genere: Un’intervista alla Prof.ssa Lucia Lolli sul percorso di crescita consapevole nella Scuola

Percorsi di Crescita ha avuto l’onore di intervistare la Prof.ssa Lucia Lolli, Dirigente Scolastico del Liceo Scientifico Statale Ignazio Vian Bracciano, per esplorare temi fondamentali legati all’identità di genere, all’educazione sessuale e alla comunicazione con le nuove generazioni. L’intervista offre uno sguardo approfondito sulle sfide e le aspirazioni della scuola nel supportare gli studenti in un percorso di crescita consapevole e inclusivo.

Quali motivazioni vi hanno spinto a partecipare al progetto “e tu di che genere sei”?

La disforia di genere è sicuramente qualcosa con cui i nostri studenti si stanno confrontando, che noi abbiamo accolto attivando la carriera Alias, però è una complessità  che sicuramente ha richiesto un intervento più massiccio, più decisivo. Perciò davanti alla proposta di parlare di genere ho ritenuto che fornire ai docenti, agli studenti e alle famiglie gli strumenti per affrontare con serenità il percorso dell’identità di genere o del genere in generale fosse un’occasione da non perdere assolutamente.

Cosa vi aspettate dalle attività previste dal progetto?

Io mi aspetto intanto a quello che Percorsi di Crescita sa fare bene ed è garantire il protagonismo attivo dei ragazzi, quindi un percorso che li coinvolga, li faccia sentire parte importante e che restituisca ai ragazzi la centralità che troppo spesso le attività didattiche gli negano. Quindi un protagonismo attivo e anche un percorso di consapevolezza.

Qual è il modo più appropriato per interagire e comunicare con le nuove generazioni?

Questa è una bella domanda! È per questo che noi abbiamo pensato di realizzare l’aula podcast e una postazione radio web d’istituto, abbiamo creato un’aula immersiva. Queste sono le nuove tecnologie alle quali loro si avvicinano, più e meglio di noi devo dire. È importante però offrire loro gli strumenti che meglio conoscono per esprimersi nella loro complessità e anche nelle loro competenze… che devo dire espresso abbiamo.

Come vivono secondo lei i ragazzi di oggi la loro identità di genere?

La vivono con grande difficoltà, soprattutto quando non rispecchiano il genere femminile o il genere maschile. Io ho parlato con tanti ragazzi, quindi so che c’è un percorso doloroso, un po’ forse condizionato dalla paura di affrontare l’argomento in famiglia ma anche un percorso personale difficile.

Un ragazzo trans mi ha detto “è terribile la mattina svegliarsi, guardarsi allo specchio e non riconoscersi”. Quindi in loro c’è un dolore ed una sofferenza incredibili. 

Sono ragazzi seguiti dal SAIFIP quindi comunque c’è molta attenzione, però poi noi quotidianamente gestiamo le loro paure e il loro doversi relazionare agli altri, il dover stare in mezzo agli altri e sentirsi accettati per quello che loro si percepiscono. È veramente un percorso difficile per questi ragazzi che io ritengo debba essere assolutamente accompagnato senza alcun giudizio da parte di nessuno.

Pensa che sia importante l’educazione sessuale a scuola?

Assolutamente sì. Del resto anche in questo devo dire il nostro territorio è un territorio attivo e ben organizzato perché già i ragazzi della terza della scuola secondaria di primo grado vengono accompagnati dai docenti in un percorso di conoscenza al consultorio e (io sono stata dirigente anche del comprensivo) abbiamo voluto che fisicamente andassero al consultorio perché conoscessero il luogo a cui fare riferimento in caso di bisogno, in caso di necessità, di dubbi. Quindi sicuramente sì. Tanto più che abbiamo una società che fa del corpo spesso un oggetto e che dà una percezione della sessualità assolutamente distorta, assolutamente negativa, che va invece rimessa all’interno di un sistema valoriale e soprattutto di sentimento che cerchiamo di fargli riscoprire.

Millennial versus generazione Z, quali differenze ha notato?

A parte quelle anagrafiche, è l’approccio alla comunicazione. È una comunicazione che noi a volte fatichiamo a comprendere per gli slang e un gergo che a volte ci sfugge e che quindi ci trova impreparati.

È una comunicazione che passa poco dalle parole, molto più dalla gestualità, dal linguaggio del corpo, quindi è una modalità comunicativa che noi non sempre cogliamo ed è una diversità.

Io in questo sono un po’ in disaccordo con molti che sostengono che c’è un rilassamento, che questi questi ragazzi sono… siamo sempre stati diversi, anche noi eravamo diversi per i nostri genitori e per i nostri nonni.  È una modalità comunicativa che noi cerchiamo di inseguire che non ci è proprio congeniale ma che ritengo dobbiamo imparare a conoscere per trovare il terreno d’incontro. Dobbiamo noi insegnare la nostra modalità comunicativa fatta di parole fatta di anche un bell’ eloquio che non guasta e però imparare a capire e a gestire, perché no, quelli che sono i loro canali comunicativi magari educandoli ad uso consapevole.

L’intervista con la Prof.ssa Lucia Lolli ha fornito un’analisi approfondita delle sfide affrontate dagli studenti nel percorso dell’identità di genere. Il progetto di Percorsi di Crescita si propone di garantire un protagonismo attivo, consapevolezza e inclusività nelle attività didattiche, superando le sfide comunicative con approcci innovativI. L’Associazione ringrazia la Prof.ssa Lolli per la sua partecipazione preziosa e per condividere prospettive illuminanti su come educare e sostenere le nuove generazioni in un mondo in costante evoluzione.

Presentazione di progetto “E tu di che genere sei?” del 18 Gennaio 2024

Un progetto per dare chiavi di lettura utili a capire la rappresentazione del femminile e del maschile nelle nuove generazioni; e fornire gli strumenti a  famiglie, genitori e insegnanti  per orientarsi su questi temi sui quali sono molto più preparati i giovani degli adulti.


Giovedì 18 Gennaio in contemporanea dall’Aula Magna del Liceo Scientifico Ignazio Vian di Bracciano e dall’Aula Consiliare del Comune di Civitavecchia, alla presenza della Consigliera della Regione Lazio Marietta Tidei, del Sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco e dell’Assessora Deborah Zacchei – Assessora Servizi Sociali; degli Assessori del Comune di Bracciano Massimo Guitarrini – Assessore Servizi Sociali e Emanuela Viarengo – Assessora Pubblica Istruzione è stato presentato il progetto “E tu di che genere sei?”, che nasce con l’obiettivo di esplorare la complessità dell’identità di genere, coinvolgendo ragazzi, genitori e insegnanti in un percorso di riflessione e consapevolezza. Attraverso un approccio partecipativo e intergenerazionale, si propone di promuovere l’accettazione attiva delle differenze e sensibilizzare i giovani al valore dell’accoglienza.

Abbiamo già lavorato sugli stereotipi di genere in un precedente progetto – dice Milena Rosso Psicologa, Psicoterapeuta, Socia e Coordinatore Scientifico dei Progetti dell’Associazione Culturale Percorsi di Crescita – e avevamo già avviato e toccato queste tematiche. Il feedback degli insegnanti dei ragazzi è stato veramente significativo, nella loro capacità, senso di ragionare, riflettere e decostruire gli stereotipi; su sollecitazioni degli insegnanti, dei genitori e rispetto alle risposte di una società civile che spesso vediamo impreparata ad affrontare questi contenuti abbiamo deciso di allargare il campo, di osare e di lavorare quindi sull’educazione al genere. Troppo spesso le persone non colgono la differenza tra sesso biologico, genere e orientamento sessuale. È importante invece fare ordine nella confusione che oggi è sovrana. L’educazione al genere in realtà promuove una capacità di confrontarsi e di relazionarsi rispetto a chi è differente da noi e quindi come tale lavora su una dimensione relazionale, emotiva, come io mi costruisco nella relazione con l’altro; un io e un tu che diventa un noi  e quindi di come io possa essere unico pure appartenendo a generi diversi.

Davanti alla proposta di parlare di genere – risponde la Prof.ssa Lucia Lolli Dirigente Scolastico – Liceo Scientifico Ignazio Vian di Bracciano – ho ritenuto che offrire ai docenti, ai ragazzi,  alle famiglie gli strumenti per affrontare in serenità il percorso dell’identità di genere o del genere in generale fosse un’occasione da non perdere assolutamente. La disforia di genere è sicuramente qualcosa con cui i nostri studenti si stanno già confrontando, che entra nelle scuole e che noi dobbiamo accogliere preparandoci bene, creando un percorso che coinvolga in prima persona i ragazzi, li faccia sentire importanti e che restituisca loro la centralità, che troppo spesso le attività didattiche gli negano. Quindi il protagonismo attivo e il percorso di consapevolezza del progetto “E Tu di che Genere Sei?” ci sembrava il modo più appropriato.

Molto apprezzata è stata la “Lectio Magistralis” di Roberto Baiocco – Docente Ordinario dell’Università La Sapienza di Roma in Psicologia dello Sviluppo e Psicologia dell’Educazione,  e responsabile del servizio 6 come sei presso la Facoltà di Medicina e Psicologia che ha presentato una relazione – dal titolo Genere e identità di genere nel corso dello sviluppo: promozione del benessere nel contesto familiare e scolastico – che potrete rivedere sulla pagina Facebook /associazionepercorsidicrescita.

Tante le attività che abbiamo previsto – dice la Dr.ssa Mariangela Garofalo dell’Associazione Percorsi di Crescita: formazione degli insegnanti, laboratori esperienziali per studenti e con i relativi question time; laboratorio fotografico a Bracciano, laboratorio di fumetto a Civitavecchia e poi la realizzazione di podcast che saranno posti a disposizione sui canali web & social dell’Associazione. In conclusione, sarà organizzato per fine settembre il convegno finale che illustrerà i risultati conseguiti, alla presenza di ospiti e istituzioni.

Il progetto è finanziato dal Ministero del Lavoro e dalla Regione Lazio nell’ambito dell’Avviso Pubblico “Comunità Solidali 2022”, ha ottenuto il patrocinio di Città Metropolitana di Roma Capitale, del Comune di Bracciano e del Comune di Civitavecchia. Si avvale della fattiva collaborazione del Liceo Scientifico Ignazio Vian di Bracciano, dell’IT Salvo D’Acquisto di Bracciano e dell’IC Don Milani di Civitavecchia.

Tutte le info sono reperibili sul sito www.percorsidicrescita.org

sulla pagina Facebook /associazionepercorsidicrescita e sulla pagina Instagram /percorsi_di_crescita

“E tu di che genere sei?”

Il progetto sarà presentato giovedì 18 gennaio alle ore 15
presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico Ignazio Vian Bracciano
e presso l’Aula Consiliare del Comune di Civitavecchia

“E tu di che genere sei?”, a Bracciano e a Civitavecchia; laboratori e incontri per docenti, studenti e famiglie per educare all’identità di genere.

Da febbraio a settembre 2024, presso i Comuni interessati, attività formative per personale docente, incontri informativi rivolti alle famiglie, laboratori con gli studenti per la decostruzione degli stereotipi di genere.

Sarà presentato giovedì 18 gennaio alle ore 15 in contemporanea a Bracciano e a Civitavecchia, rispettivamente presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico Ignazio Vian e presso l’Aula Consiliare del Comune, il progetto “E tu di che genere sei? Le rappresentazioni del maschile e del femminile nelle nuove generazioni”.

Questo progetto consiste in un lungo programma di attività formative per personale docente, incontri informativi rivolti alle famiglie, laboratori con gli studenti sulla decostruzione degli stereotipi di genere e sulla costruzione identità di genere, gestione delle relazioni e delle emozioni; e ancora laboratori fotografici e di fumetto; Podcast, esposizioni e un convegno conclusivo per diffondere i risultati ottenuti. L’obiettivo delle iniziative, che si svolgeranno da febbraio a settembre 2024 con accesso libero e gratuito, è accrescere la consapevolezza dell’esistenza degli stereotipi di genere e di ruolo nei ragazzi e nelle ragazze, stimolare percorsi per il superamento degli stessi e a valorizzare le differenze di genere in termini di rispetto e ricchezza.

Con la Speciale Presenza da remoto di

ROBERTO BAIOCCO – Docente Ordinario dell’Università La Sapienza di Roma in Psicologia dello Sviluppo e Psicologia dell’Educazione,  e responsabile del servizio 6 come sei presso la Facoltà di Medicina e Psicologia – che presenterà la relazione dal titolo Genere e identità di genere nel corso dello sviluppo: promozione del benessere nel contesto familiare e scolastico;

durante il pomeriggio interverranno per i Saluti Istituzionali

Marco Crocicchi – Sindaco di Bracciano

Ernesto Tedesco – Sindaco di Civitavecchia

Simona Galizia – Assessore Pubblica Istruzione del Comune di Civitavecchia

Deborah Zacchei – Assessore Servizi Sociali del Comune di Civitavecchia

Laura Corrotti – Consigliere e Presidente della Commissione Urbanistica della Regione Lazio

Emanuela Mari – Consigliere della Regione Lazio

Inoltre parteciperanno

Milena Rosso – Supervisore Scientifico del progetto e dell’Associazione Culturale Percorsi di Crescita

Mariangela Garofalo – Coordinatore del Progetto e Presidente dell’Associazione Culturale Percorsi di Crescita.

Lucia Lolli – Dirigente Scolastico – Liceo Scientifico Ignazio Vian – Bracciano

Laura Superchi – Dirigente Scolastico – Istituto Comprensivo Don Milani – Civitavecchia

Moderano
Claudia Pescatori

Stefano Bernardini

IL CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI – Per la prima settimana di febbraio è previsto l’inizio della formazione degli insegnanti, mentre da metà febbraio a metà marzo si procederà con i laboratori esperienziali per studenti e con i relativi question time. Tra fine marzo e inizi aprile, invece, appuntamento con il laboratorio fotografico a Bracciano e con il laboratorio di fumetto a Civitavecchia. Gli appuntamenti finali, tra maggio e giugno, riguarderanno la realizzazione di podcast ad hoc, realizzati sotto la supervisione dell’Attore/Conduttore Daniele Coscarella.

In conclusione, sarà organizzato per fine settembre il convegno finale che illustrerà i risultati conseguiti, alla presenza di ospiti e istituzioni.

L’ORGANIZZAZIONE – Il progetto è finanziato dal Ministero del Lavoro e dalla Regione Lazio nell’ambito dell’Avviso Pubblico “Comunità Solidali 2022”, ha ottenuto il patrocinio di Città Metropolitana di Roma Capitale, del Comune di Bracciano e del Comune di Civitavecchia. Si avvale della fattiva collaborazione del Liceo Scientifico Ignazio Vian di Bracciano, dell’IT Salvo D’Acquisto di Bracciano e dell’IC Don Milani di Civitavecchia; e, inoltre, del supporto dell’Agenzia di Comunicazione Creare e Comunicare per le attività di comunicazione e diffusione e di Sunnyway Team Building per il supporto creativo e organizzativo. È previsto anche un fattivo supporto della BCC Roma – Agenzia di Bracciano. Il progetto è gemellato con “Il Festival della sostenibilità”, un contenitore di tanti progetti finalizzati a diffondere, per mezzo di attività educational, digital e green, i concetti di “sviluppo sostenibile”.

Tutte le info sono reperibili sul sito www.percorsidicrescita.org

sulla pagina Facebook /associazionepercorsidicrescita

e sulla pagina Instagram /percorsi_di_crescita.

E tu, di che genere sei?

Il progetto si svilupperà in 8 mesi durante l’anno scolastico 2023/2024 presso l’Istituto paritario Salvo d’Acquisto, il liceo Ignazio Vian e l’IC Don Milani.

Progetto: “E tu, di che genere sei?”

Il progetto di sensibilizzazione e di educazione “E tu, di che genere sei?” nasce con l’obiettivo di esplorare la complessità dell’identità di genere, coinvolgendo ragazzi, genitori e insegnanti in un percorso di riflessione e consapevolezza. Attraverso un approccio partecipativo e intergenerazionale, ci proponiamo di promuovere l’accettazione attiva delle differenze e sensibilizzare i giovani al valore dell’accoglienza.

Metodologia coinvolgente: Il nostro approccio si basa su una metodologia partecipata che utilizza il cooperative learning e segue i principi della ricerca-azione. Le attività coinvolgono circoli di discussione, letture, videoregistrazioni, laboratori, role-playing e altre iniziative pensate per coinvolgere attivamente tutti i partecipanti.

Azioni Chiave:

1. Formazione per il Personale Docente: Obiettivo: Acquisire informazioni sugli orientamenti sessuali e sull’identità di genere, promuovendo il rispetto delle differenze.

2. Incontri Informativi per i Genitori: Obiettivo: Fornire informazioni sull’identità di genere e stimolare una riflessione sugli stereotipi.

3. Laboratori con gli Studenti: Obiettivo: Identificare stereotipi, prevenire discriminazioni sessiste e omofobiche.

4. Laboratorio Fotografico: Obiettivo: Facilitare l’espressione e la rappresentazione identitaria, promuovendo la conoscenza di sé e degli altri.

5. Podcast: Obiettivo: Consolidare la consapevolezza della diversità attraverso contributi multimediali intergenerazionali.

6. Laboratorio di Fumetto: Obiettivo: Favorire l’espressione e la rappresentazione identitaria attraverso l’espressione grafica.

7. Evento di Lancio: Obiettivo: Presentare il progetto coinvolgendo attivamente i partecipanti e informando sulle organizzazioni coinvolte.

8. Convegno Conclusivo: Obiettivo: Condividere i risultati ottenuti e confrontarsi sulle opportunità emerse.

9. Esposizione dei Prodotti: Obiettivo: Mostrare i risultati attraverso mostre fotografiche, mostre di fumetti e la pubblicazione del podcast.

10. Comunicazione e Divulgazione: Obiettivo: Rendere accessibili le informazioni e favorire la partecipazione inclusiva.

Durata e periodo di svolgimento:

Il progetto si svolgerà nell’arco di circa 8 mesi durante l’anno scolastico 2023/2024.

Risultati attesi e conclusioni:

Ci proponiamo di adottare strumenti comunicativi vicini al mondo dei ragazzi, promuovendo il rispetto delle differenze di genere e l’inclusione. Gli obiettivi includono la creazione di un circuito informativo tra docenti, studenti, genitori e cittadinanza, favorendo la replicabilità del progetto in altre classi e la sua estensione ad altri istituti del territorio. Siamo entusiasti di contribuire a un ambiente scolastico inclusivo e consapevole.

Perchè scegliere Percorsi di Crescita

Siamo una Associazione di Promozione Sociale che si occupa di stimolare la crescita della sensibilità collettiva nei confronti di problemi sociali, economici e ambientali. Dal 2012 ad oggi abbiamo ideato, organizzato e promosso attività di vario genere volte a valorizzare le persone, l’ambiente, l’arte, la cultura, lo sport e il lavoro.

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I colori delle emozioni: riconoscimento emotivo attraverso i colori.

Riconoscimento emotivo attraverso i colori

Di che colore ti senti in questo momento?” è un modo rapido ed efficace di identificare uno stato emotivo e crea un terreno comune per poi costruire insieme qualcosa ed attuare il riconoscimento emotivo nel bambino

I colori delle emozioni” è un laboratorio che comprende: lettura, pittura e circle-time di condivisione; ha l’obiettivo di stimolare la creatività, la sensibilità emozionale, lo spirito d’osservazione e la condivisione.

Il laboratorio è destinato a bambini dai 4 ai 12 anni, ma con un possibile riadattamento per fascia d’età compresa dagli 0 ai 60 anni. La durata è di circa 4 ore.

Durante la giornata l’educatrice porterà i bambini nel mondo dei colori e delle emozioni. La creazione di un ricordo riciclato sarà momento conclusivo che lascerà ad ogni bambino/partecipante un ricordo della giornata.

Durante tutta la giornata saranno messi a disposizione puzzle, lego e giochi per effettuare gioco libero assistito dall’educatrice.

Programma:

  • Circle-time
  • Conosciamoci
  • “I colori delle emozioni” di Anna Llenas
  • Il prato fioritio di Hervé Tullet
  • Un ricordo reciclato
  • Gioco libero

Circle Time: cos’è, a cosa serve, benefici

Il circle-time è una metodologia educativa e didattica che si attua con la disposizione a cerchio dei componenti, così che ciascuno possa avere l’attenzione di tutti.

Questo metodo stimola l’inclusione, elimina le disparità tra i partecipanti e favorisce le competenze individuali valorizzando le potenzialità e le diversità di ciascun partecipante.

Fornisce un momento per ascoltare, sviluppare l’attenzione, promuovere la comunicazione orale e apprendere nuovi concetti e abilità.

Il mostro delle emozioni

Quando il mostro dei colori non riesce a riconoscere le emozioni, si sente confuso e stralunato: i suoi colori sono mescolati e terribilmente in disordine. Per fortuna c’è una bambina in scala di grigi che lo aiuta a fare un po’ di ordine e che, nell’insegnargli a rimettere ciascun colore al proprio posto, intraprende un “viaggio narrato” insieme a lui.

Al termine della lettura drammatizzata, i partecipanti prenderanno il cartoncino del colore che rappresenta la loro emozione per inserirlo nel barattolo del “mostro” che corrisponde allo stato d’animo.

Riconoscimento emotivo del bambino attraverso i colori

FINALITÀ: l’attività offre al bambino le parole per descrivere e riconoscere le sue emozioni. Un prestito psichico che fa sentire il bambino accettato e riconosciuto nei suoi sentimenti e che pone le basi per l’alfabetizzazione emotiva, ovvero la capacità di gestire le emozioni e di provare empatia verso l’altro.

Il prato fiorito

Laboratorio artistico pittorico ispirato ad Hervé Tullet, autore di fama internazionale di libri per bambini, insegna ai giovanissimi a sviluppare immaginazione, la creatività e lo spirito di gruppo.

L’educatrice guida verbalmente i partecipanti attraverso precise indicazioni; come ad esempio la creazione di punti e linee di vario tipo intercalati dal ”cambio posto” in cui a comando, vi é lo scambio a scalare della posizione di lavoro.

Anche qui i colori hanno un ruolo fondamentale per il riconoscimento emotivo nel bambino.

Una musica specifica farà da sottofondo all’attività.














FINALITÀ: Favorire la didattica collaborativa; stimolare la creatività personale e il lavoro di gruppo: lavorando a più mani su una grande supporto cartaceo.

OBIETTIVO: Saper collaborare con gli altri per raggiungere un unico prodotto finale

METODOLOGIA: Lavoro in grande gruppo: intorno ad un lungo foglio i bambini eseguono linee su indicazione (dettato grafico) per arrivare a dipingere IL PRATO FIORITO costituito da linee, punti e campiture.

Un ricordo..riciclato

Guidati dall’educatrice i partecipanti realizzeranno oggetti riciclati che saranno poi portati a casa come ricordo.

Fiori realizzati dopo il laboratorio “Il prato fiorito”

Tutti i moduli e le diverse attività sono totalmente adattabili alle esigenze dei partecipanti e i diversi moduli possono esser svolti anche singolarmente.

Contattaci, parliamone insieme.

Perchè scegliere Percorsi di Crescita

Siamo una Associazione di Promozione Sociale che si occupa di stimolare la crescita della sensibilità collettiva nei confronti di problemi sociali, economici e ambientali. Dal 2012 ad oggi abbiamo ideato, organizzato e promosso attività di vario genere volte a valorizzare le persone, l’ambiente, l’arte, la cultura, lo sport e il lavoro.

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PROPRIETÀ INTELLETTUALE DI

ASSOCIAZIONE CULTURALE PERCORSI DI CRESCITA

Per, da e con i nonni

Obiettivo principale dell’intervento “Per, da e con i nonni” è promuovere e sostenere gli anziani e lo scambio generazionale, per favorire l’integrazione sociale degli anziani, sopratutto di coloro che vivono in una condizione di solitudine; il progetto prevede momenti di socializzazione, di crescita culturale e animazione ludico ricreativa.

Le diverse azioni previste hanno come protagonisti anziani e ragazzi delle scuole medie, con l’obiettivo di favorire lo scambio generazionale.

Ascoltare gli anziani: perché è importante

I nonni sono persone che hanno vissuto, accumulato esperienze e da queste hanno tratto diversi insegnamenti.

Sono proprio questi insegnamenti la vera chiave dell’inclusione dell’anziano nella società: ascoltare i racconti di chi ha vissuto più a lungo di noi è uno splendido do ut des in cui la persona anziana ha l’occasione di riscoprire il proprio valore e di sentirsi utile tramite la propria esperienza di vita, e chi ascolta ha l’occasione di apprendere qualcosa direttamente da chi l’ha vissuto in prima persona; è un ricordare emozionandosi ed emozionando.

L’ascolto è quindi un valore fondamentale in grado di mettere a contatto le generazioni e creare un ponte tra esse. Percorsi di Crescita si pone l’obiettivo di essere questo ponte in grado di unire le diverse generazioni, attraverso azioni dirette sul territorio.

Pandemia e anzianità

Il periodo di lockdown, introdotto in alcune zone della Lombardia già dalla fine di febbraio 2020, ha avuto un forte impatto sulle fasce più deboli della popolazione, i bambini e gli anziani in primis.

L’isolamento sociale è notoriamente un fattore di rischio per la salute sia fisica che mentale correlato ad ansia, depressione, declino cognitivo, alterazioni del sonno, della memoria e della concentrazione, disturbi cardiovascolari e riduzione dell’aspettativa di vita.

Il raggiungimento dell’obiettivo di contenimento della pandemia è risultato in un azzeramento dei servizi di assistenza territoriale, che ha confinato i pazienti più fragili e sofferenti per problemi cronici (cardiaci, renali, di deambulazione, etc.) tra le mura di casa, limitandone anche gli accessi all’ospedale che, a causa dell’elevato numero di pazienti COVID, concedeva il ricovero ai soli casi di emergenza. (Hans Kluge, OMS Europa).

Una ricerca svolta dall’ISS (2016-2019) riporta che un anziano su 5 lamenta isolamento sociale. In epoca Covid, l’80% degli anziani riferisce di vivere in condizioni di difficoltà e più della metà ha azzerato la propria vita sociale. Se durante la prima ondata molti anziani chiedevano informazioni per questioni pratiche, ora manifestano soprattutto il disagio di sentirsi soli e il bisogno di raccontarsi e avere compagnia.

Per, da e con i nonni.
Attività sul territorio a favore dello scambio generazionale

Per ridurre l’isolamento sociale tutte le azioni prevedono la modalità di partecipazione attiva, preferibilmente in presenza, in cui lo scambio e la solidarietà intergenerazionale è il fil rouge che da coerenza all’intero progetto prevedendo una mutua relazione di scambio tra le due generazioni; la condivisione avviene in entrambe le direzioni e viene prestata attenzione sia alla qualità che alla quantità degli scambi relazionali.

In risposta a questo, nasce “Per, da e con i nonni. Attività sul territorio a favore dello scambio generazionale” di Percorsi di Crescita.

Obiettivi:

  • la socializzazione, attraverso l’accesso ai servizi culturali e ricreativi con il fine ultimo di favorire i rapporti intergenerazionali;
  • la partecipazione degli anziani alla comunità locale in un’ottica di solidarietà fra generazioni;
  • la promozione di attività che sostengano l’invecchiamento attivo,
  • nonché la partecipazione attiva alla vita della comunità locale con il supporto ai servizi, utilizzando l’esperienza maturata nel corso della vita o gli interessi personali;
  • la promozione del contrasto all’isolamento sociale anche attraverso forme di intervento proattivo.
Per, da e con i nonni

AZIONI:

AZIONE 1: Io ho – Io posso – Io scambio: Focus group interattivi per far emergere bisogni, desiderata e  risorse su tre step: uno per gli anziani, uno per i ragazzi ed uno insieme. Quest’ultimo avviene sotto forma di intervista reciproca seguiti da uno o più facilitatori.

AZIONE 2: Diventa un nonno tecnologico. Pc, Smartphone e tablet per favorire la comunicazione con il resto del mondo

Interventi di alfabetizzazione informatica per gli anziani in cui i ragazzi delle medie faranno da tutor.

AZIONE 3: I mestieri di una volta raccontati dai nonni con attività laboratoriali

Interventi degli anziani a scuola per raccontare i mestieri di una volta con particolare riferimento a quelli legati al territorio di Bracciano  con laboratori di Arti & Mestieri in cui gli anziani saranno i Maestri Artigiani.

AZIONE 4: Cibo & territorio (con attività laboratoriali)

Laboratorio di cucina tenuto dai nonni con particolare attenzione alla cucina del riuso della tradizione locale.

AZIONE 5: Lo storytelling dei nonni

I nonni raccontano le proprie storie, i ragazzi le documentano per rappresentarlo attraverso i mezzi (artistico, multimediale, etc) che ritengono più opportuni. I ragazzi mostreranno tali prodotti in occasione di un evento pubblico.

AZIONE 6: Nonni influencer

I ragazzi insegnano ai nonni a pubblicare storie/video/post sui social più diffusi che diverranno poi oggetto di un contest.

AZIONE 7: Club del film

Una proiezione al mese di un film scelto, alternativamente, una volta dai nonni e una volta dai ragazzi, visione congiunta con momento di confronto iniziale.

AZIONE 8: Caccia al tesoro

La Caccia al Tesoro sarà in outdoor, con iPad, alla ricerca di luoghi, particolari e tradizioni del territorio, con squadre composte da nonni e ragazzi che collaboreranno per arrivare fino in fondo al percorso.

AZIONE 9 : Convegno finale

Benefici di “Per, da e con i nonni”

Il progetto “Per, da e con i nonni” si fonda sulla dimensione relazionale di reciprocità intergenerazionale solidale e di benessere, e consente di agire su ambiti di benessere che influiscono sulla qualità di vita.

Buber afferma che occorre un intero villaggio per educare un bambino, un’intera comunità educante per sostenere una crescita del sé lungo tutto
l’arco della vita; l’aver coinvolto le istituzioni e le associazioni oltre che le famiglie consentirà di garantire la continuità dello scambio e della crescita dei soggetti coinvolti. Il clima ludico e accogliente consentirà di poter essere pienamente se stessi e di costruire un senso di appartenenza tra generazioni riducendo eventuali stereotipi sui ragazzi da parte degli anziani e sugli anziani da parte dei ragazzi coinvolti.

Aumenta l’autostima sia negli anziani che nei ragazzi, attraverso il riconoscimento e valorizzazione di risorse e di competenze specifiche, incrementa l’auto-accettazione attraverso la condivisione di abilità e conoscenze, avvia relazioni positive limitando l’isolamento sociale e l’emarginazione; porta allo sviluppo dell’espressione di sé in molteplici modalità di esecuzione. Infine, porta ad una crescita personale e senso di appartenenza.

A chi è rivolto

Il progetto è rivolto a scuole, centri anziani e privati.

Perchè scegliere Percorsi di Crescita

Siamo una Associazione di Promozione Sociale che si occupa di stimolare la crescita della sensibilità collettiva nei confronti di problemi sociali, economici e ambientali. Dal 2012 ad oggi abbiamo ideato, organizzato e promosso attività di vario genere volte a valorizzare le persone, l’ambiente, l’arte, la cultura, lo sport e il lavoro.

Storia della musica e tour al museo.

Musica e cultura umana

Quando osservano la musica, gli antropologi e gli etnomusicologi si concentrano su due cose. In primo luogo, considerano come la musica suona (la musica stessa) o è composta, la sua melodia, struttura ritmica, forma e testi. In secondo luogo, esaminano il modo in cui la musica funziona all’interno della cultura e lo scopo che serve. Ad esempio, esaminano quali canzoni vengono eseguite con rituali religiosi invece di funzionare come intrattenimento.

E poiché i muli non rappano o cantano ninne nanne, la maggior parte degli studiosi considera la musica un fenomeno esclusivamente umano.

Gli esseri umani sono anche molto socievoli, il che è molto positivo in quanto la cooperazione reciproca all’interno di un gruppo di persone aiuta a fare le cose. In altre parole, quando le persone si riuniscono e combinano le loro conoscenze e abilità, il gruppo può ottenere molto. Ad esempio, nessun individuo che vive in una piccola comunità da solo ha i mezzi per costruire una grande strada. Invece, un gruppo di individui che si mettono insieme possono svolgere compiti impensabili.

Con questo in mente, il rapporto tra musica e cultura può essere in qualche modo semplificato. La cultura lavora per garantire la sopravvivenza delle persone e la musica contribuisce a questa funzione unendo le persone. Naturalmente, questo è generalmente vero solo nelle piccole comunità rurali, non necessariamente in contesti moderni e urbanizzati. Inoltre, tieni presente che prima dell’invenzione del fonografo nel 1880 (relativamente non molto tempo fa), l’unico modo per ascoltare la musica era tramite un’esibizione dal vivo. Oggi possiamo stare da soli e ascoltare la musica utilizzando un numero qualsiasi di dispositivi multimediali.

Uno sguardo più da vicino a come funzionano la musica e la cultura

Ricorda che la cultura funziona per garantire la sopravvivenza di un gruppo. Pensalo come un vasto corpo di conoscenza condivisa che include un linguaggio comune per la comunicazione, modi di sussistenza (cibo in crescita), modi di governare e così via. Tutti questi rappresentano le componenti di base della cultura che assicurano che tutte le esigenze di un gruppo siano soddisfatte per continuare e prosperare.

Guarda la figura e le diverse componenti della cultura che si trovano comunemente in tutte le culture del mondo, compresi i piccoli villaggi e le tribù di caccia e raccolta che ancora lottano per sopravvivere nell’Africa rurale e in poche altre parti del mondo.

Ora considera come la musica si collega con la cultura.
Musica e linguaggio: i testi musicali riflettono la lingua della comunità.
Un altro esempio è la connessione tra musica ed economia. Le società americane, che controllano circa il 70% dell’industria musicale, misurano il successo in dollari. In che modo influisce sulla musica?

Un terzo esempio è la musica nella religione. Prima della tecnologia moderna, in tutte le culture del mondo, il più grande uso della musica nella cultura era quello di accompagnare le cerimonie religiose. Come Dio o il regno spirituale, la musica è invisibile, ma può evocare una presenza potente nel profondo del nostro essere.

Tour alla scoperta della storia della musica e degli strumenti musicali

Percorsi di Crescita vi porta in un tour interattivo e ibrido alla scoperta della storia della musica e degli strumenti musicali.

Web App

Dopo un momento di briefing in plenaria, i partecipanti verranno divisi in gruppi in singole breakout room per giocare in team. 

Ad ogni squadra sarà assegnato un tutor che sarà in presente durante tutto il gioco per qualsiasi necessità.

Inizia un tour interattivo che vi porterà alla scoperta di come è cambiata negli anni la cultura musicale, dei luoghi a Roma in cui grandi artisti hanno composto o preso ispirazione per le loro opere e tante altre curiosità.

Ogni tappa sarà accompagnata da una descrizione, da quiz e prove fotografiche e video, che consentiranno ai partecipanti di immergersi nell’ambiente e di mettere in gioco la creatività di ognuno.

A chi è rivolto? 

Grandi e piccini. Perfetto per le classi della scuola primaria e secondaria.

Il finale

Un finale magico. Al museo musicale dell’Auditorium Parco della Musica.
La grande struttura progettata da Renzo Piano è un’opera d’arte a cielo aperto, arricchita al suo interno da spazi museali ed espositivi di straordinario rilievo. Affacciano sul grande Foyer il Museo Archeologico con la Villa Romana e il Museo Aristaios e il Museo degli strumenti Musicali dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Seguirete un nostro esperto che vi accompagna in diretta alla scoperta del museo e con cui si può interagire in tempo reale.

Il divertimento è assicurato!

Perchè scegliere Percorsi di Crescita

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